DESCRIZIONE DEL VIAGGIO: L’itinerario, rimasto segreto fino al giorno della partenza, comprendeva delle visite in alcuni siti storici come Kasbah Ait Ben Haddou, trekking alla cieca su dune e montagne rocciose, percorsi in 4×4, escursione in dromedario, costruzione di una tenda berbera per l’accampamento notturno, una corsa nel deserto e la visita di Marrakech. Per agevolare i partecipanti Fortop aveva fornito uno zainetto da trekking compatto da viaggio da 35lt, una sacca idrica da 2,5 lt e un cappellino sahariano personalizzato.
OBIETTIVI DEL VIAGGIO: Migliorare le performance personali e professionali, ricavare energia per sé stessi e per il gruppo di lavoro, alimentare motivazione ed entusiasmo nel team, valorizzare il gruppo, premiare e condividere i risultati ottenuti.
Intervista a Laura Chiocciora Head of Seo.
Ciao Laura, ti va di presentarti?
Sono Laura Chiocciora, Head of Seo, e faccio parte di Fortop da più di 5 anni, periodo un cui ho avuto la possibilità di crescere e cambiare ruolo molto velocemente. Nel mio tempo libero amo viaggiare, coltivare peperoncini e gioco a calcio a 5!
Quali prove hai dovuto superare?
Le prove sono state molte, a partire dalle tante ore di viaggio in macchina, in cui abbiamo avuto modo di conoscere meglio colleghi di altri dipartimenti coi quali avevamo avuto meno opportunità di frequentarci fuori dall’ambito professionale.
Nell’antica città di Kasbah Ait Ben Haddou, tra scalini e terreno sconnesso, abbiamo affrontato una prova di fiducia bendati, camminando alla cieca fidandoci solo del ‘compagno’ di camminata che però non poteva parlare: è stato interessante vedere come sia venuto naturale trovare un “modello” di comunicazione non verbale per portare a casa la prova.
Un’altra prova ha riguardato la costruzione delle tende nel deserto per passare la notte… qui ci siamo divertiti molto ma non ci siamo dimostrati grandi costruttori!
La prova più grande ed emozionante è stata la traversata del deserto.
Partenza alle 6 del mattino e 3/4h di corsa tra dune e grande caldo: in questa prova dovevamo dividerci in squadre e il tempo globale (somma del tempo di arrivo di ogni squadra) non doveva superare tot ore. Inoltre avevano inserito una penalità: ogni persona che si ritirava raddoppiava il tempo della propria squadra. La sera precedente i capo-squadra avevano definito una strategia che minimizzasse i ‘rischi’, quindi tenendo conto anche di un possibile ritiro: da qui era venuta fuori l’idea di un gruppo ‘veloce’ che potesse abbattere il tempo totale e… mi hanno inserito in questo gruppo.
Venivo da qualche mese di stop e poco allenamento e nell’ultima ora di corsa sono arrivati i crampi, ogni metro all’arrivo è stato una sfida. Mi ha dato una mano un compagno di squadra, alleggerendo il mio zaino, e così ce l’abbiamo fatta! Anche se non è finita qui: tagliato il traguardo come ‘prima squadra’ abbiamo avuto la possibilità di accettare un’ulteriore prova per dimezzare il tempo della squadra più lenta. Ovviamente abbiamo accettato anche se la prova consisteva nel trasportare un bel numero di blocchi di cemento sopra una duna molto alta: è stata veramente dura trovare le forze fisiche e mentali per farlo!
Qual è stata la cosa che ti è piaciuta di più di quel viaggio?
Sono veramente tanti i ricordi che conservo, però il più vivo nella mia memoria è quello dell’arrivo al traguardo delle varie squadre: ognuno aveva vinto la propria sfida e vedevo felicità genuina in ognuno dei partecipanti.
Qual è stato il momento in cui hai capito che quel viaggio avrebbe potuto migliorare il legame del team?
Nei momenti di debrief e condivisione sono emersi molti punti di vista rispetto alle varie prove superate, tante sensazioni positive anche da chi magari è stato in grande difficoltà fisica, ma è riuscito a superare la prova grazie all’aiuto di tutto il team!
Quali sono stati i tuoi punti di forza in quel viaggio?
Determinazione: anche se la corsa nel deserto era più che altro una prova di resistenza fisica, ci vuole la testa per portarla in fondo in preda ai crampi.
Capacità di ascolto: mi ha aiutato molto durante i lunghi viaggi in auto e durante i debrief imparando tanto dai miei colleghi.
Un ottimo stomaco: essere abituata a viaggiare in luoghi spesso non troppo civilizzati, mi ha aiutato a non avere alcun effetto indesiderato con il cibo locale.
Il ricordo più bello che ti porterai dietro?
Aver finito la corsa nel deserto e aver superato l’ennesima fatica (mentale più che fisica) di portare i blocchi in cima alla duna e aver ricevuto una meravigliosa lattina di birra fresca per festeggiare con tutto il team!
Che cosa ti aspetti dal prossimo viaggio?
Ho partecipato a parecchi incentive e ognuno mi ha in qualche modo stupito e lasciato sempre qualcosa di nuovo.
Non ho veramente idea di come possano superare le precedenti esperienze, ma spero mi stupiscano ancora!