Si tratta della richiesta di consenso al tracciamento mostrata nelle app, che dovrebbe portare vantaggi per la privacy degli utenti e che, di contro, si traducono in conseguenti svantaggi per la sfera del marketing, con grande impatto sulle piccole imprese e, in un certo senso, anche per gli utenti stessi! Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Gli annunci nelle app saranno mostrati lo stesso, la differenza è che molto probabilmente vedrai pubblicità di prodotti che non ti interessano minimamente.
Intanto, cosa si intende per ‘tracciamento’?
Poiché questo termine assume significati diversificati a seconda di chi lo pronuncia, partiamo dalla definizione che Apple gli associa:
Il monitoraggio si riferisce all’atto di collegare i dati dell’utente o del dispositivo raccolti dalla tua app con i dati dell’utente o del dispositivo raccolti dalle app, dai siti web o dalle proprietà offline di altre società per scopi pubblicitari mirati o di misurazione della pubblicità. Il monitoraggio si riferisce anche alla condivisione dei dati dell’utente o del dispositivo con i data broker.
(Fonte: https://developer.apple.com/app-store/user-privacy-and-data-use/)
In questo caso il framework si riferisce all’uso dell’IDFA, un identificatore casuale cross-app che gli inserzionisti utilizzano per il monitoraggio e per fornire annunci personalizzati, dove prima dell’entrata in vigore di questo aggiornamento era stato stimato che la percentuale di utenti iPhone che lo condivideranno sarebbe scesa dal 70% fino al 10%. Le stime ultimamente spostano quel numero al 5% per i consumatori statunitensi, mentre a livello globale, sale a circa il 13%.
Cosa va ad impattare l’aggiornamento di App Tracking Transparency?
Indubbiamente il monitoraggio delle performance delle campagne ne risentirà negativamente. Le modifiche all’ATT di Apple ridurranno la visibilità nelle metriche chiave che mostrano come gli annunci generano conversioni, come ad esempio le installazioni di app e gli acquisti effettuati dagli utenti, e influenzeranno il modo in cui gli inserzionisti dovranno valutare e applicare le offerte sulle piattaforme di advertising. Su questo le piccole imprese, che con un budget oculato lavorano in modo pulito per garantire un servizio potenzialmente di interesse ad un’utenza correttamente profilata, saranno quelle più svantaggiate.
Quindi ho la garanzia che tutto funzioni in automatico?
No, dal punto di vista tecnico iOS non può impedire al fornitore dell’app di eseguire tali riconciliazioni di dati. Per questo motivo la leva utilizzata dalla Mela è quella di gestire il tutto dal punto di vista burocratico, esortando gli sviluppatori di app al fatto che il mancato rispetto di una corretta gestione delle politiche di privacy basate sulla scelta dell’utente costituisce una violazione dei criteri dell’App Store. Nel caso l’app o il servizio venga sorpreso in tale inadempienza, la pena può essere l’esclusione dall’App Store.
Quantomeno potrò navigare le App senza vedere più alcun annuncio?
È proprio questo il punto… No. Gli annunci nelle app saranno mostrati lo stesso, la differenza è che molto probabilmente vedrai pubblicità di prodotti che non ti interessano minimamente.
Quanti di noi durante le navigazioni sul proprio dispositivo hanno visto un prodotto che poi è stato riproposto e rivisto su un social o su un altro sito web? È vero, spesso sono pubblicità insistenti e fastidiose, nonché social e grandi provider in questi anni hanno fatto un abuso dei dati a loro disposizione, ma allo stesso tempo è vero anche che se abbiamo visitato un prodotto probabilmente è perché ne siamo interessati, e queste pubblicità spesso mostrano prodotti simili, consentendo di avere una più ampia scelta a vantaggio oltre che del mercato anche del consumatore.
Ci sono soluzioni per continuare a fare advertising in modo mirato?
Ad oggi la raccolta di dati di prima parte sembra essere una strada concessa e percorribile, purché questi dati non vengano incrociati ad altri set di dati non derivanti dall’applicazione stessa.
L’importanza di orientare le proprie strategie di business sulla raccolta di dati di prima parte diventa quindi centrale per il settore del marketing dal momento che ‘giocare in casa’ sembra essere l’unica soluzione per continuare a fare marketing profilato.
Conclusioni
Con buona probabilità, potremo aspettarci aggiornamenti in futuro relativi anche alla raccolta dati di prima parte, basta pensare che oltre alle app dei piccoli brand, quelle delle grandi piattaforme come appunto Google, Facebook o Apple continueranno a raccogliere i dati degli utenti come dati di prima parte, un aspetto che lascia aperti scenari non ancora definiti.